26.9.05

[tendenze] Google, la nuova piattaforma di network computing

Google da tempo sta rivaleggiando con Microsoft in quella che è una battaglia sulle piattaforme applicative del futuro.
Non ne siete convinti? Lo siete e desiderate un approfondimento? Andrò più a fondo.

Mentre Microsoft punta a distribuire applicazioni sul desktop, Google sta costruendo una piattaforma in grado di distribuire applicazioni virtuali ad ogni utente che abbia a disposizione qualsiasi tipo di device in grado di connettersi ad Internet.
Nel libro "Google Legacy", un'attenta e lucida analisi di Stephen Arnold sul gigante della ricerca (per ora) (disponibile solo in formato PDF a 145$ a copia), si afferma che sebbene quasi il 99% delle entrate di Google provengano dalla pubblicità (hanno 7 miliardi di dollari in banca da spendere!!), e abbia sviluppato nuovi servizi come Google Print, Gmail, Google earth, Google ha creato un supercomputer in grado di distribuire applicazioni a chiunque si possa collegare, rispolverando così il paradigma del Network Computer, nato circa 10 anni fa.
Ne parlai io stesso nel 1995 su Internet News, in occasione del lancio, da parte di alcune aziende, di elaboratori senza disco rigido che recuperavano le applicazioni da un server predisposto.
Sia Sun che Oracle si sono lanciati nel business con risultati contrastanti: il maggior ostacolo alla diffusione del network computing è stata la mancanza di applicazioni sviluppate per questa tecnologia.
Google, invece, è partita dalla costruzione delle applicazioni, utilizzando cluster di server molto economici e con software open-source, riuscendo ad ottenere una scalabilità architetturale straordinaria nei suoi 10 e più data center.
La mossa verso i Web services, la desktop search e la toolbar, hanno costretto Microsoft a riorganizzare MSN in fretta e furia.
Inoltre, l’interesse di Google per la banda sembra supportare la teoria di Arnold: da una parte con l'acquisto di fibra ottica (dark fiber) per collegare i suoi data center, dall'altra con gli investimenti in un fornitore di banda su linea elettrica, come Current Communications Group, fanno pensare a una manovra volta a promuovere un accesso universale a Internet.
Inoltre, settimana scorsa Google ha lanciato (ma solo nell’area di San Francisco) Google Secure Access un’applicazione client in beta che permette di stabilire una connessione criptata e sicura su reti Wi-Fi.
Altre sperimentazioni sul Wi-Fi sono condotte con Feeva, con cui si sta provando ad offrire hot spot sempre nell’area della città californiana, e con Google Wi-Fi, un piccolo servizio di Internet Service wireless. Infine, Google ha anche acquisito recentemente Android, una start-up impegnata nel wireless
Si potrebbe, a questo punto, speculare che la fibra ottica consenta la distribuzione del traffico nei vari data center e le ricerche sul wi-fi consentiranno la ridistribuzione di contenuti e applicazioni a livello locale.
Sul lato del multimediale, la rete che Google ha costruito gli consente di poter fornire servizi di Voice-over-IP: se, infatti, il colloquio tra due controparti transita su reti diverse ed eterogenee, la qualità ne può risultare influenzata. Di contro, utilizzando un’unica rete di trasporto è possibile avere un’alta qualità della trasmissione.
Nel campo del video, Google ha lanciato un servizio di hosting di filmati con relative indicizzazione e ricerca: come questo impatti sulle prospettive di business della società è ancora non prevedibile, ma di sicuro costituisce una testimonianza del solido interesse di Google verso la distribuzione di contenuti video.
Ma ritorniamo ancora nel 1995, l’anno che alcuni hanno definito “dello spostamento del paradigma (o paradigm shift)”, ma che io preferisco definire come un anno “gradino” nella scala evolutiva tecnologica: poco dopo la costituzione di Netscape, e poco prima dell’inizio dell’era delle dot-com, alcuni analisti in Microsoft prevedevano che il neonato World Wide Web avrebbe potuto costituire, in futuro, una seria minaccia per la società di redmond.
In un documento intitolato “Il web è la prossima piattaforma” Ben Slivka, di Microsoft, si esprimeva così: “Il web esiste oggi come una collezione di tecnologie in grado di distribuire soluzioni interessanti, oggi, e crescerà rapidamente negli anni a venire in una piattaforma completa che rivaleggerà e anche sorpasserà, MS Windows.”
Avremo quindi uno spostamento di paradigma reale quando si transiterà dalla logica desktop-centrica a quella Internet-centrica, e non v'è alcun dubbio che, in questo momento, il movimento sia proprio in corso.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

senza dubbio chi ne trarra' vantaggio è l'utente finale. quindi non possiamo che essere soddisfatti delle mosse di google

Anonimo ha detto...

Quello che manca è un CD in grado di installare anche su un vecchio PC dotato di accesso ad Internet, un sistema operativo minimale, veloce e sicuro in grado di far funzionare un browser, un masterizzatore e una stampante. Windows è completo, bello, funzionale, ma pesantissimo e costoso, per garantire un minimo di sicurezza necessita di firewall, antivirus, anti spyware, ecc. Linux è ancora troppo tecnico e complesso per i comuni mortali, inoltre, per quanto riguarda le funzionalità, sta seguendo le orme di Microsoft e di conseguenza richiede sempre più risorse. Se e quando Google ci regalerà questo CD, non ci sarà uno "scalino" tecnologico, ma un dirupo.

Stefano ha detto...

Grazie per i commenti.
L'idea del PC per la nonna o per i bimbi o per chi ha delle necessità molto basiche è fuor di dubbio interessante: al momento non sono a conoscenza di progetti del genere, ma sono ragionevolmente certo che qualcuno ci stia pensando (utilizzando probabilmente Linux).
Il problema dei PC vetusti è la compatibilità dei programmi moderni con i driver per l'hardware di una volta, nonché la loro reperibilità.
Problema che ha meno ragione di essere per i PC moderni.
Non credo che però Google ci stia pensando, in quanto si pone più come una piattaforma per applicazioni remote, attività che da molti meno grattacapi che sviluppare e mantenere un sistema operativo basato su una estrema eterogeneità di dispositivi hardware.

Anonimo ha detto...

Qualcuno si ricorda i vecchi terminali a caratteri?

Ieri:
- Un video monocromatico e un cicalino
- Un cavo seriale o di rete
- Una seconda seriale per la stampante
- Nome utente e password e sull'host avevi tutto ciò che ti serviva.

Oggi:
- Un qualsiasi PC, NB, palmare o altro dispositivo purché dotato di schermo a colori e scheda audio
- Un cavo telefonico, di rete o un'antenna
- La possibilità di collegare una stampante
- Nome utente e password e tramite browser apri una finestra sul mondo intero, senza problemi di configurazioni, sicurezza, aggiornamenti, ecc..

Con tutti i nuovi servizi messi a disposizione, Google potrebbe diventare il nuovo "host" per cercare, realizzare, salvare documenti, foto, video, telefonare e quant'altro.
Da sempre però hardware e software devono per forza di cose viaggiare insieme e Google sta facendo benissimo solo metà del lavoro.
D’altro canto Microsoft è così grande e potente perché ha lavorato prevalentemente per il mondo dei PC e i costruttori di PC hanno lavorato per fornire sempre nuovo e più potente hardware pensando comunque a Microsoft (desktop-centrica).
Ci sarà qualcuno che lavorerà pensando al web, senza appesantire in locale il S.O., ma lasciando che sia il nuovo “host” (la piattaforma Internet-centrica) a fornire tutto ciò che serve?

Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

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