Un computer portatile da 100$, con un sistema operativo Linux, 1 GB di memoria, una CPU da 500 MHz e dedicato ai bambini delle nazioni in via di sviluppo: questo è quello che ha in mente Nicholas Negroponte in un nuovo progetto del MIT che vedrà il suo primo prototipo entro la fine del 2005.
L’associazione non profit One Laptop Per Child, alle cui spalle c’è proprio il MIT, afferma di essere in contatto con 5 paesi, Brasile, Cina, Tailandia, Egitto e Sud Africa, per distribuire fino a 15 milioni di computer agli studenti delle proprie nazioni.
Lo scopo di questo progetto, come avrete potuto intuire, non è relativo alla tecnologia pura, ma all’educazione: secondo Negroponte, un computer permette un processo formativo più completo ed attuale, soprattutto nelle scuole primarie e secondarie. E dovranno essere proprio i governi ad acquistare i laptop e distribuirli gratuitamente agli studenti.
Tra le caratteristiche del portatile ci saranno anche un display a bassissimo consumo utilizzabile sia a colori che in bianco e nero e all’aperto, una manovella per ricarica per supplire alla mancanza di energia elettrica, connettività Wi-Fi e cellulare, porte USB e il “mesh networking”, per permettere a più macchine la condivisione della stessa connessione ad Internet.
E sapete quali sono le aziende dietro al progetto? Google, AMD, News Corp, Red Hat e BrightStar.
Sebbene lo scopo iniziale del progetto sia di supportare I paesi in via di sviluppo, non si esclude che presto o tardi non vengano costruite versioni commerciali del portatile, disponibili per 200$
29.9.05
26.9.05
[tendenze] Google, la nuova piattaforma di network computing
Google da tempo sta rivaleggiando con Microsoft in quella che è una battaglia sulle piattaforme applicative del futuro.
Non ne siete convinti? Lo siete e desiderate un approfondimento? Andrò più a fondo.
Mentre Microsoft punta a distribuire applicazioni sul desktop, Google sta costruendo una piattaforma in grado di distribuire applicazioni virtuali ad ogni utente che abbia a disposizione qualsiasi tipo di device in grado di connettersi ad Internet.
Nel libro "Google Legacy", un'attenta e lucida analisi di Stephen Arnold sul gigante della ricerca (per ora) (disponibile solo in formato PDF a 145$ a copia), si afferma che sebbene quasi il 99% delle entrate di Google provengano dalla pubblicità (hanno 7 miliardi di dollari in banca da spendere!!), e abbia sviluppato nuovi servizi come Google Print, Gmail, Google earth, Google ha creato un supercomputer in grado di distribuire applicazioni a chiunque si possa collegare, rispolverando così il paradigma del Network Computer, nato circa 10 anni fa.
Ne parlai io stesso nel 1995 su Internet News, in occasione del lancio, da parte di alcune aziende, di elaboratori senza disco rigido che recuperavano le applicazioni da un server predisposto.
Sia Sun che Oracle si sono lanciati nel business con risultati contrastanti: il maggior ostacolo alla diffusione del network computing è stata la mancanza di applicazioni sviluppate per questa tecnologia.
Google, invece, è partita dalla costruzione delle applicazioni, utilizzando cluster di server molto economici e con software open-source, riuscendo ad ottenere una scalabilità architetturale straordinaria nei suoi 10 e più data center.
La mossa verso i Web services, la desktop search e la toolbar, hanno costretto Microsoft a riorganizzare MSN in fretta e furia.
Inoltre, l’interesse di Google per la banda sembra supportare la teoria di Arnold: da una parte con l'acquisto di fibra ottica (dark fiber) per collegare i suoi data center, dall'altra con gli investimenti in un fornitore di banda su linea elettrica, come Current Communications Group, fanno pensare a una manovra volta a promuovere un accesso universale a Internet.
Inoltre, settimana scorsa Google ha lanciato (ma solo nell’area di San Francisco) Google Secure Access un’applicazione client in beta che permette di stabilire una connessione criptata e sicura su reti Wi-Fi.
Altre sperimentazioni sul Wi-Fi sono condotte con Feeva, con cui si sta provando ad offrire hot spot sempre nell’area della città californiana, e con Google Wi-Fi, un piccolo servizio di Internet Service wireless. Infine, Google ha anche acquisito recentemente Android, una start-up impegnata nel wireless
Si potrebbe, a questo punto, speculare che la fibra ottica consenta la distribuzione del traffico nei vari data center e le ricerche sul wi-fi consentiranno la ridistribuzione di contenuti e applicazioni a livello locale.
Sul lato del multimediale, la rete che Google ha costruito gli consente di poter fornire servizi di Voice-over-IP: se, infatti, il colloquio tra due controparti transita su reti diverse ed eterogenee, la qualità ne può risultare influenzata. Di contro, utilizzando un’unica rete di trasporto è possibile avere un’alta qualità della trasmissione.
Nel campo del video, Google ha lanciato un servizio di hosting di filmati con relative indicizzazione e ricerca: come questo impatti sulle prospettive di business della società è ancora non prevedibile, ma di sicuro costituisce una testimonianza del solido interesse di Google verso la distribuzione di contenuti video.
Ma ritorniamo ancora nel 1995, l’anno che alcuni hanno definito “dello spostamento del paradigma (o paradigm shift)”, ma che io preferisco definire come un anno “gradino” nella scala evolutiva tecnologica: poco dopo la costituzione di Netscape, e poco prima dell’inizio dell’era delle dot-com, alcuni analisti in Microsoft prevedevano che il neonato World Wide Web avrebbe potuto costituire, in futuro, una seria minaccia per la società di redmond.
In un documento intitolato “Il web è la prossima piattaforma” Ben Slivka, di Microsoft, si esprimeva così: “Il web esiste oggi come una collezione di tecnologie in grado di distribuire soluzioni interessanti, oggi, e crescerà rapidamente negli anni a venire in una piattaforma completa che rivaleggerà e anche sorpasserà, MS Windows.”
Avremo quindi uno spostamento di paradigma reale quando si transiterà dalla logica desktop-centrica a quella Internet-centrica, e non v'è alcun dubbio che, in questo momento, il movimento sia proprio in corso.
Non ne siete convinti? Lo siete e desiderate un approfondimento? Andrò più a fondo.
Mentre Microsoft punta a distribuire applicazioni sul desktop, Google sta costruendo una piattaforma in grado di distribuire applicazioni virtuali ad ogni utente che abbia a disposizione qualsiasi tipo di device in grado di connettersi ad Internet.
Nel libro "Google Legacy", un'attenta e lucida analisi di Stephen Arnold sul gigante della ricerca (per ora) (disponibile solo in formato PDF a 145$ a copia), si afferma che sebbene quasi il 99% delle entrate di Google provengano dalla pubblicità (hanno 7 miliardi di dollari in banca da spendere!!), e abbia sviluppato nuovi servizi come Google Print, Gmail, Google earth, Google ha creato un supercomputer in grado di distribuire applicazioni a chiunque si possa collegare, rispolverando così il paradigma del Network Computer, nato circa 10 anni fa.
Ne parlai io stesso nel 1995 su Internet News, in occasione del lancio, da parte di alcune aziende, di elaboratori senza disco rigido che recuperavano le applicazioni da un server predisposto.
Sia Sun che Oracle si sono lanciati nel business con risultati contrastanti: il maggior ostacolo alla diffusione del network computing è stata la mancanza di applicazioni sviluppate per questa tecnologia.
Google, invece, è partita dalla costruzione delle applicazioni, utilizzando cluster di server molto economici e con software open-source, riuscendo ad ottenere una scalabilità architetturale straordinaria nei suoi 10 e più data center.
La mossa verso i Web services, la desktop search e la toolbar, hanno costretto Microsoft a riorganizzare MSN in fretta e furia.
Inoltre, l’interesse di Google per la banda sembra supportare la teoria di Arnold: da una parte con l'acquisto di fibra ottica (dark fiber) per collegare i suoi data center, dall'altra con gli investimenti in un fornitore di banda su linea elettrica, come Current Communications Group, fanno pensare a una manovra volta a promuovere un accesso universale a Internet.
Inoltre, settimana scorsa Google ha lanciato (ma solo nell’area di San Francisco) Google Secure Access un’applicazione client in beta che permette di stabilire una connessione criptata e sicura su reti Wi-Fi.
Altre sperimentazioni sul Wi-Fi sono condotte con Feeva, con cui si sta provando ad offrire hot spot sempre nell’area della città californiana, e con Google Wi-Fi, un piccolo servizio di Internet Service wireless. Infine, Google ha anche acquisito recentemente Android, una start-up impegnata nel wireless
Si potrebbe, a questo punto, speculare che la fibra ottica consenta la distribuzione del traffico nei vari data center e le ricerche sul wi-fi consentiranno la ridistribuzione di contenuti e applicazioni a livello locale.
Sul lato del multimediale, la rete che Google ha costruito gli consente di poter fornire servizi di Voice-over-IP: se, infatti, il colloquio tra due controparti transita su reti diverse ed eterogenee, la qualità ne può risultare influenzata. Di contro, utilizzando un’unica rete di trasporto è possibile avere un’alta qualità della trasmissione.
Nel campo del video, Google ha lanciato un servizio di hosting di filmati con relative indicizzazione e ricerca: come questo impatti sulle prospettive di business della società è ancora non prevedibile, ma di sicuro costituisce una testimonianza del solido interesse di Google verso la distribuzione di contenuti video.
Ma ritorniamo ancora nel 1995, l’anno che alcuni hanno definito “dello spostamento del paradigma (o paradigm shift)”, ma che io preferisco definire come un anno “gradino” nella scala evolutiva tecnologica: poco dopo la costituzione di Netscape, e poco prima dell’inizio dell’era delle dot-com, alcuni analisti in Microsoft prevedevano che il neonato World Wide Web avrebbe potuto costituire, in futuro, una seria minaccia per la società di redmond.
In un documento intitolato “Il web è la prossima piattaforma” Ben Slivka, di Microsoft, si esprimeva così: “Il web esiste oggi come una collezione di tecnologie in grado di distribuire soluzioni interessanti, oggi, e crescerà rapidamente negli anni a venire in una piattaforma completa che rivaleggerà e anche sorpasserà, MS Windows.”
Avremo quindi uno spostamento di paradigma reale quando si transiterà dalla logica desktop-centrica a quella Internet-centrica, e non v'è alcun dubbio che, in questo momento, il movimento sia proprio in corso.
23.9.05
Marketing e motori di ricerca: [tendenze]
Secondo un'analisi di MarketingSherpa, il Search Engine Marketing (o SEM) sta evolvendo secondo alcune linee di tendenza, delle quali vi vado a illustrare le principali.
- Aumenterà la competizione
L’utilizzo dei motori di ricerca è la terza attività online più popolare, dietro della posta elettronica e alla navigazione. A dispetto però del fatto che la stragrande maggioranza dei navigatori, di routine, utilizzi i motori, la maggior parte delle attività di ricerca avviene su un piccolo numero di essi.
Negli anni passati, i motori di ricerca si sono concentrati più sugli algoritmi e sul lancio di nuovi servizi, piuttosto che sulla competizione l’uno contro l’altro. Ma questa situazione sta cambiando Alcune osservazioni interessanti:· MSN Search ha passato gli ultimi 12 mesi costruendo infrastrutture per il lancio del nuovo servizio Pay-Per-Click nel prossimo ottobre. Se il sito venderà PPC direttamente, le vendite saranno più profittevoli. Si sa che Steve Ballmer, CEO di Microsoft, consideri Google come uno dei suoi maggiori concorrenti, quindi è probabile un cambiamento degli assetti dei tre grandi della ricerca online (Google, Yahoo! e MSN)· La predominanza di Google non è globale: in China sta perdendo quote di mercato a fronte del rivale domestico Baidu (33% di Google contro il 52% di Baidu). Inoltre, il governo francese ha annunciato lo stanziamento di finanziamenti per il motore di ricerca europeo, Quaero;· Proprio come l’audience televisiva, anche gli utilizzatori dei motori di ricerca, sebbene affezionati a un motore di fiducia, non disdegnano lo zapping tra l’uno e l’latro. Sembra che questo comportamento sia comune soprattutto durante i processi di decisione per un acquisto o nella ricerca di informazioni specifiche. (Consigli per chi si occupa di pubblicità: non inserite i vostri annunci solo su un motore!) - La SEO è ancora una piccola fetta delle spese del marketing sui SE
È importante considerare il trend in continua crescita degli investimenti del marketing sui motori di ricerca.Una delle osservazioni più interessanti è il privilegio che il navigatore da ai risultati della ricerca pura, piuttosto che a quelli sponsorizzati. Non è una novità, questa. Come non è una novità che I click sui risultati della ricerca pura si convertano meglio dei click pagati: secondo un sondaggio di MarketingSherpa dello scorso agosto, la conversione dei click è stata del 4,2% per I risultati della ricerca pura, contro il 3,6% dei click pagati (definiamo conversione ogni azione misurabile che un visitatore può intraprendere).È interessante quindi che molte aziende dedichino parte degli investimenti alle attività di Search Engine Optimization, allo scopo di aver un miglior posizionamento nella graduatoria dei risultati, mentre è altrettanto strano il privilegio che viene dato ai link sponsorizzati.La poca considerazione di cui gode il SEO è piuttosto diffusa: un’indagine del maggio scorso ha rivelato che solo il 13% delle aziende Fortune 100 ha in atto politiche effettive di SEO. Inoltre, molti direttori marketing considerano che il concetto di Search Engine Marketing comprenda solo il Pay-per-click, e non comprenda, invece, ambiti più ambi che vanno dalla SEO, al PPC ai link sponsorizzati.Il motivo principale per il quale le aziende non investono in SEO è l’ignoranza della complessità di questa attività: in effetti, comprare un annuncio sembra molto più semplice che ottimizzare un sito per il crawling dei motori di ricerca. E, all’apparenza, la credibilità di un Google che ti invita a comprare gli annunci per il suo motore è maggiore di un’azienda che ti propone un servizio di ottimizzazione del posizionamento.Inoltre, dal momento che il costo dei PPC continuerà a crescere a causa della crescente competizione, i motori investiranno sempre di più in questo settore, per trovare la tecnologia più adatta a superare la concorrenza. - Nuovi modi di utilizzare i comunicati stampa
Gli addetti al marketing della Southwest airlines pubblicarono 4 comunicati stampa ottimizzati per apparire nei motori di ricerca e per raccogliere un responso dagli utenti: grazie a questa operazione sono stati venduti biglietti per un controvalore di 1,5 milioni di dollari in 3 mesi. Questo è un nuovo modo di utilizzare i comunicati stampa (press release): ormai snobbata dai giornalisti, perché pubblicamente accessibile sul sito Internet dell’azienda che la emette, la press release sta guadagnando credito come mezzo di propaganda sui Search Engine: tutto sta poi nell’affidarsi a una buona metodologia di ottimizzazione del posizionamento.
Eccovi alcuni dati percentuali sull’ottimizzazione dei comunicati stampa per categorie merceologiche:
- Computer e elettronica di consumo, 18.22%;
- Banche e finanza , 12.92%;
- Salute e farmaceutici, 11.66%;
- Intrattenimento e spettacolo, 6.84%
Sebbene quest’ultima categoria sia quella che colleziona più clickthrough, è una delle ultime in quanto a ottimizzazione delle proprie pagine.
8.9.05
[tendenze] CA dona brevetti all'open source
Il movimento dell'apertura dei brevetti aziendali si è notevolmente raffreddato dall'inizio di quest'anno, da quando, cioè, IBM ha donato 500 dei suoi brevetti al mondo open-source.
Ora tenta di dargli vigore la Computer Associates, aprendo l'accesso a 14 tecnologie utilizzate per lo sviluppo di applicazioni, analisi dei dati e system management.
Già l'anno passato, la società aveva trasformato il suo Database Ingres in un progetto open source (così com'era nato molti anni prima, peraltro).
La CA ha inoltre stipulato un accordo con IBM anche con lo scopo, a detta della società, di facilitare l'accesso a tecnologie non coperte da proprietà intellettuale.
Ora tenta di dargli vigore la Computer Associates, aprendo l'accesso a 14 tecnologie utilizzate per lo sviluppo di applicazioni, analisi dei dati e system management.
Già l'anno passato, la società aveva trasformato il suo Database Ingres in un progetto open source (così com'era nato molti anni prima, peraltro).
La CA ha inoltre stipulato un accordo con IBM anche con lo scopo, a detta della società, di facilitare l'accesso a tecnologie non coperte da proprietà intellettuale.
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