E' quanto cerca di dimostare il concorso Primosugoogle.it, in cui i partecipanti devono tentare di arrivare al primo posto dei risultati di Google per una determinata categoria.
La frase di ricerca era "velocipedi equestri" e la gara è stata vinta da Laura Battaglia che, con il sito Laurabattaglia.com/velocipedi_equestri.htm , si è saldamente mantenuta nelle primissime posizioni fin dalla sua comparsa tra i contendenti al titolo.
Per maggiori informazioni sul concorso vi rimando alla notizia su nomadvillage.
A mio parere questo concorso geniale ha una valenza molto ampia, sebbene altrettanto inconsapevole, ovvero dimostrare la facilità di manipolazione dei motori di ricerca: viene dimostrato come far arrivare al primo posto di una categoria un sito che non dice assolutamente nulla di quella categoria sia un'attività approcciabile con un po' di studio e applicazione.
Come riporta NomadVillage, il concorso è partito l'estate scorsa: "14 luglio 2004, digitando “velocipedi equestri” su Google si ottenevano 20 risultati, per lo più pagine di Comuni (ordinanze comunali nelle quali comparivano entrambe le parole, ovviamente non nell’ordine dato dal concorso), e siti di maneggi o addetti del settore.
A fine settembre, invece, digitando “velocipedi equestri” su Google si ottenevano già circa 44mila risultati, fino ad arrivare ai circa 170.000 attuali."
Quindi al momento attuale di pagine inutili sui "velocipedi equestri" ce ne sono solo 170.000 - 20 = 169.980.
Dal momento che però la tecnica è utilizzata nel mondo reale (del lavoro e non solo) per fare in modo che un certo sito appaia nelle prime posizioni dei motori di ricerca, facendo marketing senza pubblicità (per citare l'omonimo libro di Michael Philips) viene ancora una volta dimostrata la fallacità dei motori come risposta alla necessità di reperimento delle informazioni.
Questo se consideriamo query di bassa complessità, con 2 o al massio 3 keyword. Se invece la query diventa più complessa, unita alla capacità dell'utente di raffinare la ricerca imparando dai risultati ottenuti, diventa più difficile ottenere dei risultati spazzatura o dei link non utili.
Di concerto, anche per chi cerca di far leva sull'ottimizzazione del posizionamento, sarà sempre più difficile trovare un modo per far fronte alla sempre più diffusa specializzazione delle richieste.
Quello che, quindi, questo concorso vuole suggerire è di imparare a ricercare, attraverso il raffinamento delle ricerche e l'analisi dei risultati.
Quando, tra non molto tempo, le tecniche di ottimizzazione saranno diffuse a un pubblico grande due ordini di grandezza rispetto all'attuale (e non ci vorrà molto tempo), sarà giocoforza aver acquisito delle competenze più approfondite per la ricerca che, unite ai nuovi modi di presentare i risultati, aiuteranno a discriminare tra informazioni utili e inutili.
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