28.2.05

[analisi fallaci] John Dvorak su come uccidere Linux

John Dvorak è un famoso editorialista di PcMagazine, atrettanto famosa rivista americana di tecnologia.
E' famoso per le sue opinioni spesso fuori dal coro che a volte denotano un'eccellente visione prospettica, a volte una scarsa attenzione, a volte una propensione alla zizzania.
Per darvi un'idea della sua visione, Dvorak affermò nel 1984, con grande lungimiranza:"Questi Apple hanno un dispositivo chiamato mouse. Non ne vedo l'utilità e non prevedo che vengano usati in futuro". Ma è lo stesso Dvorak che nel suo blog ospita annunci Google solo per dimostrarne la difformità col contenuto circostante.
Ebbene, la scorsa settimana se ne esce con il suo editoriale dal titolo "How to kill Linux", in cui narra come ha appreso di un "progetto segreto" volto a far girare Linux come un processo di Windows (Lindows?), progetto che per il momento è stato accantonato per l'overhead che introdurrebbe (=progetto inutile).
Ma, suggerisce Dvorak, se si togliesse Windows, lasciando soltanto il layer dei driver, M$ potrebbe rilasciare un MS-Linux (MSLinux .org, falso - colinux.org, vero) che utilizza il suo plug-n-play onniscente, il suo Linux diverrebbe il più utilizzato, i programmatori smetterebbero di sviluppare per un Linux semi-commerciale e il sistema operativo open source finirebbe miseramente i suoi giorni.
Ecco alcune critiche che mi sento di muovere alla sua analisi:
  • a proposito della disponibilità di dei driver, mi è sembrato di leggere un articolo di 3-4 anni fa. Al momento attuale la stragrande maggioranza dei produttori di hardware forniscono driver dei loro prodotti anche per Linux
  • le distribuzioni ufficiali sono dotate di un corredo di driver in grado di coprire quasi ogni esigenza: io ho installato Linux su un Pentium 100, ho collegato su una macchina più recente una fotocamera, una videocamera, stampante etc senza problema. Non conosco nessuno, al momento, che utilizzi Linux e che abbia sperimentato nell'ultimo anno problemi di driver
  • le più grandi aziende si software e hardware stanno contribuendo allo sviluppo di nuovo materiale basato su Linux. Ogni grande azienda informatica che non si chiami Microsoft sta lavorando attivamente per promuovere Linux
  • investire su Linux richiede la condivisione di standard e licenze aperte: se M$ portasse un suo layer di driver verso Linux potrebbe sì intenderla come operazione commerciale, e quindi richiedere un costo di licenza, ma contribuirebbe a sua volta alla causa di Linux. L'iniziativa potrebbe essere accolta dalle aziende, se e solo se il costo della licenza fosse comunque contenuto. Non vedo infatti il reale vantaggio di una tale offerta, considerato che le aziende attualmente stanno utilizzando il sistema operativo con grande soddisfazione e pochi grattacapi.

L'informatica , attuale così come quella futura, sarà sempre più basata su standard aperti, che ci permettano di raggiungere un alto grado di sicurezza e consentano a organismi indipendenti di valutare e giudicare il prodotto. Si possono fare molte ipotesi su come tentativi di monopolio o di diffusione di sistemi proprietari possano minare questa tendenza, ma quando un movimento nato dal basso riesce a muovere anche le aziende più importanti verso investimenti consistenti, come pensare che un'azneda sola possa fare il mercato?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma se Microsoft decide di produrre supporto driver per un sistema open license si taglia le gambe alla distribuzione di windows e così i produttori non creano più driver per un prodotto in declino, ma soltanto driver nativi linux e per questo motivo il supporto fornito da microsoft risulterebbe a questo punto inutile. In questo modo si lancerebbe nell'oceano con un pietrone legato al collo. Per inciso il supporto Plug and Play di windows non funziona molto bene, mentre quello basato sul nuovo udev di linux funziona benissimo. Questo è un ulteriore fattore contro le affermazioni dell'articolo.