Lo scenario che si sta prospettando è in perfetta sintonia con le opinioni di analisti e accademici che insistono sulla necessità di simili proposte grazie anche alla crescente penetrazione globale di Internet e delle comunità ad essa associate, un movimento non organizzato, nato dal basso che sta dando un nuovo impulso all'economia legata all'IT - software aperto significa minori costi di licenza e maggiore possibilità di usufruire di nuovi strumenti avanzati.
Ma se un'azienda vuole far perno sull'open source come traino per le sue attività e i suoi introiti, deve investire su un modello di business adeguato, che preveda anche l'esistenza di una comunità (o community) di sviluppatori e utilizzatori: il modello di sviluppo di tutte le iniziative aperte ha avuto infatti come componente fondante la partecipazione, non tanto basata su componenti altruistiche, ma piuttosto mossa dalla volontà di imparare, di mostrare qualcosa, di avere qualcosa di funzionante.
Sia IBM che SAP si sono appoggiate a comunità già avviate e operative da tempo, Sun sta invece utilizzando lo stesso approccio che utilizzò per promuovere Java allo scopo di sviluppare una comunità intorno al suo nuovo sistema operativo aperto.
Per quanto riguarda invece i modelli di concessione d'uso che un’azienda può utilizzare per abbracciare il mondo open source sono sostanzialmente di tre tipi:
- il modello dual-license, che prevede il rilascio di materiale sia sotto licenza aperta sia a pagamento per coloro che desiderano farne un uso commerciale;
- il modello basato sul supporto, dove le aziende forniscono oggetti gratuiti e aperti ma richiedono il pagamento per il loro supporto;
- fornitura di una versione gratuita con funzionalità limitate e pagamento di una licenza per l’aggiornamento a una versione più ricca.
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