Anche Vodafone UK ha appena lanciato il suo servizio di cartoline telefoniche: il servizio, già in uso Italia dal 2003 (come ha ben precisato un lettore in un commento), permette agli utenti di inviare al gestore un MMS contenente un'immagine, un messaggio e un indirizzo postale; l'azienda lo stamperà e lo invierà come cartolina al destinatario specificato .
Ne parla oggi un articolo sul New Scientist: si afferma che il padre ispiratore del progetto sia Richard Harper, un antropologo che dal 2003 e fino a pochi mesi fa ha lavorato per la Vodafone inglese: lo studioso ha proposto un adattamento al mondo della telefonia cellulare di una pratica in uso presso gli abitanti delle isole Trobriand, piccolo arcipelago della Melanesia ad est di Papua Nuova Guinea.
Ogni anno i melanesiani (di cultura polinesiana, badate) si scambiano collane di conchiglie rosse e braccialetti di conchiglie bianche in un rituale sociale che unisce i vari gruppi di isolani tra loro.
Questo tipo di scambio, chiamato dagli autoctoni "kula", fu documentato per la prima volta nel 1922 da Bronislaw Malinowski, pioniere dell'antropologia sociale e padre del funzionalismo: la caratteristica peculiare del kula è che, dal momento che avviene all'interno di un circolo di comunità, nessuna comunità riceve un regalo da quella a cui consegna il proprio dono. Le collane circolano solo in senso orario, i bracciali solo in senso contrario. Ne seguiva che gli oggetti appartenenti ad una categoria potevano essere scambiati solo con oggetti dell'altra categoria. Gli oggetti circolano in continuazione, restando nelle mani del loro possessore solo per un periodo limitato di tempo.
Malinovski scoprì che lo scambio cementava il legame sociale tra i gruppi di isolani e, ai giorni nostri, Richard Harper ha recuperato questa idea con lo scopo di conferire un'utilità sociale alla tecnologia: lo scenario prospettato vede il destinatario della cartolina che spedirà a sua volta un'immagine a un'altra persona, coinvolgendo quindi più sottoscrittori nelle rete (sia sociale che telefonica).
Ma qual è l'attinenza con il circuito di scambio Kula dei melanesiani?
E qual è la differenza con il ben diffuso scambio di cartoline, pratica molto diffusa in tutto il mondo?
Per entrambe le domande la risposta è: nessuna.
Perchè quindi scomodare un ricercatore e scrivere un articolo su una nota rivista scientifica millantando supposte attinenze con prassi che, in realtà, sono palesemente differenti?
Mi chiedo cosa ne possa pensare la comunità degli antropologi e dei lettori del New Scientist, di fronte a queste manovre di marketing pseudo-scientifiche.
Quest'anno Harper è stato assunto da Microsoft per fornire ai progettisti software una prospettiva dal punto di vista dell'utente finale. In sua compagnia c'è anche un'altra studiosa, Abigail Sellen, che si occuperà dello studio dell'utilizzo del personal computer nelle case.
E' lecito pensare che se ne usciranno con qualche innovazione presa in prestito da altri sistemi (Linux? Mac?) e la giustificheranno attraverso riferimenti a pratiche di popoli esotici che ne trarranno giovamento grazie alla pubblicità che si farà di loro.
Scherzi a parte, l'impiego di antropologi nelle società tecnologiche non è una novità, ma anzi sta diventando una tendenza sempre più diffusa: il tasto verde della fotocopiatrice, suggerito a Xerox da Lucy Suchman negli anni '80, l'indagine sull'impiego della tecnologia che Intel ha chiesto a Genevieve Bell (intervista), l'utilizzo in servizi di ricerca amicizie come Friendster o a comunità di giocatori online, come Everquest, sono testimonianze di come la tecnologia, sebbene ritenuta parziale responsabile del crescente isolamento nel mondo ocidentale, costruisca anche strumenti in grado di abilitare l'organizzazione di reti sociali: Internet e le comunità online ne sono l'esempio più evidente.
1 commento:
In Italia questo servizio esiste da almeno 18 mesi. Lo offrono sia Tim che Vodafone. Addirittura Tiscali nel 2003 lo offriva gratis per tutti i cellulari.
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