Recentemente, negli USA e in Gran Bretagna, sono saliti agli "onori" della cronaca alcuni episodi di enormi perdite dei dati sensibili o finanziari di clienti o consumatori: è il caso della TJX, che ha dichiarato di aver subito la sottrazione dei dati relativi alle carte di credito di 45 milioni dei suoi clienti, della Nationwide, da cui è stato rubato un notebook contenente i dati sensibili di 11 milioni dei suoi clienti.
Non amo fare un paragone con gli Stati Uniti (perché già tutti lo sanno fare meglio di me e perché spesso li si prende come ispirazione soltanto per la maggior facilità di reperire informazioni), ma c'è una normativa a cui le altre nazioni dovrebbero ispirarsi: in California è operativo dal 2003 l'SB 1386 (Senate Bill), che impone a ogni azienda che mantiene informazioni personali dei suoi clienti di divulgare ogni episodio relativo alla compromissione della sicurezza dei dati. La norma si è poi diffusa negli ultimi anni in altri 34 stati dell'unione.
Il motivo è presto detto: i controlli e le sanzioni per i tentativi di nascondere sotto il tappeto le violazioni del proprio patrimonio informativo sono un incentivo che impone alle aziende di intraprendere adeguate misure di sicurezza per evitare fughe di dati e conseguenze sui propri clienti, sulla propria immagine, e, per finire, sul proprio business.
Gli strumenti disponibili in Europa, simili al nostro Codice in materia di protezione dei dati personali (e i suoi allegati), sebbene siano completi, non prevedono misure sanzionatorie specifiche per questi casi.
La normativa americana si basa su presupposti a cui è difficile opporre obiezioni:
- la privacy e la sicurezza finanziaria delle persone sono sempre più a rischio a causa della crescente raccolta di informazioni personali nei settori sia pubblico che privato;
- transazioni di carte di credito, abbonamenti a periodici, numeri di telefono, dati relativi ad affitti e acquisto di immobili, sondaggi sui consumi, dati di credito, siti web sono fonti di informazioni personali e costituiscono il materiale primario per i furti di identità;
- il furto di identità è uno dei crimini con il tasso di crescita maggiore;
- il furto di identità è un costo per i consumatori e per il mercato;
- le vittime dei furti di identità devono agire rapidamente per minimizzare i danni.
Come ulteriore incentivo affinché le aziende instaurino adeguate misure di sicurezza, c'è un altro dato che emerge dal sondaggio inglese: il 53% degli intervistati ha dichiarato che non usufruirebbe più del servizio dell'azienda che ha sofferto una violazione.
Solo il 53% ? Direi che gli inglesi sono fin troppo buoni.
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