9.3.07

Wikipedia e la protezione delle informazioni

Prendendo spunto dall'ultimo caso che riguarda Wikipedia, l'enciclopedia online più utilizzata al mondo, e dello studente del Kentucky che, spacciandosi per un professore di teologia (con un Ph.D), ha modificato più di 20.000 articoli su argomenti controversi, parlerò dell'importanza della certificazione delle informazioni, primo passo verso la salvaguardia di qualsiasi tipo di patrimonio informativo.
Con lo pseudonimo di Essjay, un senior editor aveva l'autorità di dirimere le dispute tra gli autori e rimediare ai vandalismi, un autorità che si era guadagnata sul campo grazie alla disponibilità che aveva mostrato prendendosi in carico la supervisione dello scibile cattolico.
Essjay, però, si è svelato come un ragazzo di 24 anni che si è creato un'identità completamente fasulla, dichiarandosi professore di un'università privata, ma che in realtà utilizzava testi come "Cattolicesimo for dummies" per ispirarsi nella correzione degli articoli.
Alcuni giorni fa Jimmy Wales, uno dei fondatori di Wikipedia, lo ha "licenziato" affermando che da ora in poi tutti i senior editor (come Essjay) dovranno rivelare la propria identità e dimostrare di avere serie credenziali.
Perchè fino ad ora non era così.

Esattamente un anno fa, a seguito di un mio articolo provocatorio che aveva provocato reazioni tra le più disparate, avevo sottolineato alcuni punti fondamentali sulla sostenibilità dello sviluppo di wikipedia e che proprio in questi momenti sembrano trovare realizzazione nelle parole del suo patron.
Il mio pensiero di fondo non è mutato nel tempo e quindi ve li ripropongo qui di seguito:

"Io uso wikipedia, la stimo, stimo il lavoro dei volontari, ma sono convinto che per fare un buon lavoro e creare un prodotto affidabile si debba partire prima dalla qualità e poi puntare allo sviluppo, ovvero: prima si costruiscono procedure di controllo sostenibili, in grado cioè di garantire la veridicità dei contenuti e l'attendibilità della fonte. Per fare questo sono necessari molti volontari, e questo potrebbe limitare lo sviluppo del contenuto dell'enciclopedia.
Wikipedia non è partita e cresciuta con questa intenzione, ma ha puntato soprattutto sull'espansione degli argomenti coperti, mettendo un disclaimer che dichiara che non viene garantita l'accuratezza dei contenuti (http://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:General_disclaimer).
Purtroppo questo disclaimer non è molto visibile (come tutti i link dei disclaimer sta in fondopagina). Dovrebbe esserlo molto di più in quanto contiene un'elemento dell'essenza di wikipedia: la non garanzia dell'informazione che viene fornita, un punto che non è chiaro a moltissimi utilizzatori.
Io vorrei vedere un'enciclopedia che non riporti la frase "su nessuna delle informazioni presenti in queste pagine è possibile garantire il controllo da parte di professionisti legalmente abilitati ad esprimersi nei vari campi, controllo che sarebbe necessario per fornire un'informazione completa, corretta e/o certa su un qualsiasi argomento."
Questo fatto indiscutibile va a sminuire il valore del lavoro di chi si impegna a contribuire costantemente al progetto.
Per ovviare a questo, ad esempio, si potrebbe creare un comitato d’esame che accetti le candidature dei contributori, ne esamini il curriculum dipendentemente dalla sezione che desiderano curare, lo verifichi e gli conferisca o meno l’autorizzazione al posting di articoli.
Se questo non è fattibile, vorrei che la frase “WIKIPEDIA NON DÀ GARANZIA DI VALIDITÀ DEI CONTENUTI" fosse più visibile: non deve necessariamente campeggiare in ogni pagina all’interno di un campo evidenziato, ma deve essere immediatamente individuabile dal lettore.
Pongo una domanda: è documentato che la stragrande maggioranza dei lettori di wikipedia abbia letto la pagina del disclaimer e sia quindi cosciente dell' “attendibilità presunta” di quello che legge?
Il lettore difficilmente arriva a leggere la pagina fino in fondo e ancora più difficilmente va a leggersi i disclaimer.
Dal momento che Wikipedia è sempre più utilizzata e chi la consulta lo fa sulla fiducia, il lettore deve essere allertato in modo più concreto."

Questa ultima frase è dimostrata dalle statistiche di accesso ai siti wikipediani e dal rank che le pagine di wikipedia su moltissimi argomenti hanno nei motori di ricerca: chiedendo a Google una qualsivoglia informazioni, si ottengono spesso tra i primi posti delle pagine provenienti dall'enciclopedia libera.
Continuando nella discussione...:

"1) non riconosco il prestigio di wikipedia, ma la sua popolarità. So che è molto utilizzata, molto citata (anche perchè è l'unica fonte omnicomprensiva di informazioni - non conoscenza - accessibile pubblicamente su Internet), so che appare spesso tra i primi posti dei risultati di una ricerca via Google. Essere popolari non implica essere prestigiosi.

2) Sia che un mezzo di informazione sia popolare, sia che non lo sia, ha il dovere di rendere evidenti le proprie caratteristiche.
In wikipedia non è scritto ovunque che non vengono date garanzie. Eccettuate le pagine di argomento medico che tu menzioni [mi riferivo a una risposta di Frida, nda], si trova citazione solo nel disclaimer che, mi ripeto, è una voce raggiungibile attraverso un link scritto con un carattere molto piccolo in fondopagina.
E' documentato, da chi fa studi sulla user experience, che chi legge il disclaimer è soltanto un'infinitesima parte dei fruitori di un sito web.
Quindi, a mio parere, è forse trasparente che non ci siano forme di garanzie, ma non è evidente, il che è molto diverso: è ancora più diverso dal pubblicare un saggio e dal mettere un'appendice finale (menzionata anche nell'indice) che riporti la scritta "Attenzione: tutto quello che avete letto in questo libro è falso". Ci sono molte più probabilità che venga letta quella pagina finale che non il disclaimer di wikipedia.

Colui che consulta la wikipedia ha il diritto di sapere il grado di attendibilità dela fonte.
Ad esempio, nella sezione riguardante il profilo dei contributori di wikipedia, a me sembra abbastanza di scarso interesse conoscere gli hobby di un autore, di leggere il suo scarno profilo scritto in modo ironico, di conoscere le sue aspirazioni, di sapere che frasi si è scambiato con gli altri wikipediani (ho girato molti profili per analizzare l'autorevolezza degli autori).
Questi sono elementi che fanno molto "comunità", ma che non fanno altrettanta "autorevolezza".
Io vorrei conoscere le sue capacità, le sue competenze, che cosa lo titola a scrivere di un determinato argomento.
Ecco a cosa dovrebbe servire il collegio degli esaminatori, che citavo nel mio precedente commento: un collegio di persone in grado di giudicare se un potenziale autore ha le competenze per scrivere un articolo di un determinato argomento.
Si badi bene, è un concetto un po' diverso da quello che stava alla base dell'ingessata nupedia: là c'era un collegio piuttosto limitato di espertoni che si confrontavano sui contenuti.
Qui si tratta di avere degli esperti che giudichino autorevolezza e capacità dei redattori."
Vi prego di notare che i due paragrafi non sono da considerarsi auto-citazioni, ma sono stati posti per accelerare la scrittura di questo post e per facilitarne la lettura, obiettivo che dei semplici rimandi ai commenti non sarebbero riusciti ad ottenere.
Ebbene, qui si tratta di considerare l'aspetto della protezione dell'informazione: purtroppo, come mi ha fatto notare Frieda in uno dei suoi commenti, Wikipedia sta diventando autorevole.
Questa qualità, però, non la sta guadagnando per la qualità dell'informazione, ma per l'approccio di fondo (la libertà di compilazione) che attira molti volontari e per l'empatia verso il progetto e i suoi contributori da parte di chi utilizza Internet.

Da questi due elementi consegue l'alto rank conferito da Google alle pagine di wikipedia che, all'interno di un circolo che per alcuni è virtuoso e per altri è vizioso, diventano punti di riferimento perchè sono prime in classifica e di conseguenza riceveranno sempre più collegamenti.

Perché parlavo prima di protezione delle informazioni? Perché ogni tipo di informazione, che sia privata o pubblica, deve essere protetta dalla manipolazione. Ci stiamo dirigendo verso un mondo dove l'informazione risiederà sempre meno nelle nostre teste e sempre di più nel nostro intorno, dove sarà distribuita e facilmente accessibile. Quello che dovremo saper fare è trovare l'informazione "buona", ovvero quella giusta al momento giusto, attendibile e certificata: dovremo sviluppare capacità prima di ricerca e poi di discriminazione, perchè le sorgenti informative saranno sempre di più, e sarà sempre più difficile etichettarle con un bollino di "approvato".
L'informazione dovrà essere quindi salvaguardata, ed è facile comprendere come uno strumento che diventa autorevole solo per la sua popolarità rischia di diventare uno strumento di riferimento potenzialmente fallace e comunque non affidabile.

"Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato."
O'Brien, 1984 di George Orwell


1 commento:

Claudio Iacovelli ha detto...

Post decisamente interessante, mi ha permesso di valutare meglio il livello di attendibilità delle informazioni in rete, ed il valore dei processi di estrazione della conoscenza.

Segnalo un post pubblicato su NOVA (Il Sole 24 Ore) che parla proprio del progetto Wikipedia:

http://nova.ilsole24ore.com/nova24ora/2007/03/wikipedia_se_ne.html

Ho inserito un commento sul post e promosso un link a quanto pubblicato su connexioni