Vi propongo un interessante articolo su Baseline che illustra alcuni casi di spionaggio industriale condotti negli ultimi due anni da Direttori dei Sistemi Informativi, che, da soli o con l’aiuto di terzi, hanno sottratto o distrutto informazioni di aziende rivali.
Nel jet-set del crimine informatico gli attori più popolari sono i cracker o i creatori di virus, che, sebbene molto perniciosi, agiscono con scarse prospettive di ritorno economico.
Lo spionaggio industriale è invece meno popolare, ma altrettanto pernicioso sebbene abba finalità differenti: sia che avvengano dall’esterno o dall’interno (30% e 70% rispettivamente) i crimini ad esso legati spesso non sono denunciati causa il pericolo di danni all’immagine aziendale.
Ciò che è fondamentale comprendere per un’azienda, come già ribadito in un precedente articolo, è la necessità di investimenti in procedure e cultura della sicurezza, non solo in ferramenta e programmi che creano solidi bastioni sotto cui vanno e vengono contrabbandieri di informazioni in un vero e proprio termitaio. E definire un responsabile della sicurezza con una formazione anche sulle tecniche di prevenzione della sottrazione di informazioni.
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